lunedì 25 marzo 2013

In difesa di Dario


Tirare per la giacchetta un brav’uomo nelle torbide e piccole beghe politiche è prassi degli altezzosi senza scrupoli, disposti a tutto, pur di torcere qualsiasi cosa a tornaconto elettorale.


Così è andata anche questa volta per il povero Dario Redaelli, che con pura passione per il proprio paese e con spirito di servizio e senza alcuna remunerazione (è giusto ricordarlo), da anni dirige più che egregiamente il besanese.
Non è la prima volta. Durante l’amministrazione Cazzaniga Dario è stato costretto a pubblicare lettere negli spazi dei gruppi politici, perché all’allora sindaco non andava giù un pezzo di Dell’Orto. E oggi ci risiamo. Insieme per Besana non pubblica il proprio articolo, dice per protesta, ma in realtà perché non non ha più argomenti per motivare la propria condotta sull’affare piscina e spera che col silenzio il clamore possa scemare.
In mezzo a tutto questo però, nella piena trasparenza, è giusto che si conosca a fondo cosa succede nella casa comunale. Durante l’ultima redazione, Elio Sanvito, presente al massimo a 3 redazioni dal 2009, viene a reclamare un inconsueto spazio politico sul prossimo numero. Cosa mai successa. E anche di cattivo gusto militarizzare il besanese infarcendolo di politica.
Comunque gli viene posto un ovvio divieto, ricordando che tutti i gruppi hanno già la loro pagina ed è più che sufficiente. Ed è allora che si tocca il fondo più basso e povero e triste della contesa politica. Una triste povertà di argomenti, un fare basso e viscido che lascia di stucco. Sanvito chiede a Redaelli “Dario… ma è vero che hai detto che ti saresti dimesso se non ci avessero dato lo spazio???”
Che tristezza.
Che povertà.
Che bassezza.