giovedì 31 maggio 2012

"Sciura Maria" vuole patteggiare: ma la Procure risponde picche


Monza, 30 maggio 2012 - Hanno tentato di patteggiare la pena di 3 anni di reclusione senza risarcimento dei danni ma la Procura ha risposto picche. Caterina Asaro, meglio conosciuta come Katia della 'sciura Maria', arrestata dalla Guardia di Finanza il 16 giugno scorso insieme al marito Franco Grosso nella loro abitazione di Besana Brianza per bancarotta fraudolenta della "Katiarredamenti" che ha punti vendita a Villasanta, Cinisello 
Balsamo, Corsico, Vignate e Castelletto Ticino in provincia di Alessandria, ora ci vogliono riprovare ma concordando con il pm monzese Manuela Massenz e con il nuovo avvocato Luigi Peronetti anche un risarcimento dei danni ai creditori dei fallimenti.
Katia aveva lasciato il carcere dopo 3 mesi e mezzo, ottenendo gli arresti domiciliari per motivi di salute dopo che agli inizi di agosto si era fratturata una vertebra scivolando dal letto a castello della sua cella. Nel frattempo ha ottenuto gli arresti domiciliari anche il marito. Secondo l'accusa, i titolari del marchio "Katiarredamenti", insieme ad altre persone per indagate a piede libero, tra cui il figlio della coppia Denis, avrebbero distratto almeno 4 milioni di euro attraverso l'esecuzione di  operazioni commerciali o societarie, cessioni di merci oppure di quote o rami d'azienda, su altre società a loro riconducibili, provocando il fallimento delle società "Il mattone srl" e "D.W. & Company srl", dichiarate entrambe fallite dal Tribunale di Monza, mentre altre due società a loro riconducibili, la "Pubblikatia srl" e la "F.G.F. Group srl" sono già state dichiarate fallite dal Tribunale di Milano. Alle prime due società fanno capo i punti vendita della "Katiarredamenti", mentre le altre due operavano con il marchio dei coniugi Grosso nei vari punti vendita.
Nell'operazione "sciura Maria" i finanzieri hanno disposto anche il sequestro preventivo di azienda della società "Immobilcasa srl", che è l'attuale proprietaria del marchio, la cui gestione è stata affidata ad un curatore per non rischiare la chiusura dei negozi dove diversi clienti si sono lamentati di avere pagato mobili che non hanno ricevuto. Caterina Asaro ha dichiarato di occuparsi soltanto della gestione commerciale della loro attivitàmentre il marito sostiene che non volevano, come sostiene l'accusa, distrarre il patrimonio delle società, bensì di avere tentato in tutti i modi di salvarle dal fallimento.