Mettiamo in ordine i fatti:
1) Nel 2013 il governo Monti decide che la posizione di dirigente presso un Comune è incompatibile con la carica elettiva in un altro comune nella stessa provincia.
2) Da quel momento un tale Peppino Pressi (detto “cuor di leone”) residente presso la biblioteca civica scrive al mondo intero per segnalare la posizione del vice sindaco Cereda.
3) Il 5 marzo 2014 il Consigliere Pirovano presenta una interrogazione per chiedere conto della presunta incompatibilità del vice sindaco, con toni non precisamente concilianti.
Non può non saltare all’occhio la tempistica marcatamente da campagna elettorale per cercare di buttare fango su Davide Cereda.
Ma quella che doveva essere una mossa da campagna elettorale si trasforma (come per la piscina non pagata) in un boomerang per la sinistra.
A presentare la mozione è Pirovano.
Se Pirovano muove un dubbio nei confronti della compatibilità di Cereda è legittimo, prevedibile e perfino scontato che Cereda si faccia la stessa domanda nei confronti di Pirovano.
E così si scopre quanto già si sapeva. Che Pirovano ha una presenza bassissima in Consiglio comunale. Che lo scorso anno è mancato a più di un consiglio comunale su due. E’ riuscito perfino ad essere più assente di Gatti.
Per oltre due assenze consecutive senza giustificazione è prevista, su segnalazione del Consiglio, che il consigliere assenteista decada.
E Cereda non ha fatto altro che portare in Consiglio comunale entrambe le vicende, Cereda e Pirovano. Il risultato nella discussione però è stato diverso: per Pirovano che lancia il sasso si è visto un vittimismo stucchevole, mentre per Cereda che è stato biecamente messo all’indice, si è visto il ritratto di un arrogante che attacca senza motivo. Accusato di raggiungere il livello più basso da chi non aveva nemmeno compreso cosa stesse accadendo.
Per quanto riguarda il vice Sindaco è stato chiarito dal segretario comunale che non sussiste incompatibilità. Per quanto riguarda Pirovano si è lasciato che il consiglio comunale decidesse se dare il via alle verifiche da parte degli uffici.
Al momento della votazione i Consiglieri di maggioranza sono usciti, tranne il sottoscritto e Cereda, Presidente dell’assemblea, al fine di garantire il numero legale. Un atto di assoluta signorilità, di fronte all’arroganza mascherata dal vittimismo
La verifica sulle assenze e incompatibilità di Pirovano è rimasta responsabilità di Insieme per Besana che ha voluto non procedere ad alcuna verifica, proprio perché l’esito sarebbe stato scontato. Su Cereda si doveva indagare. Ma su Pirovano no!