Non voglio e soprattutto non mi interessa entrare in polemica con il Maestro Polli nè sulla donazione della statua, nè sulla ubicazione.
L'unica cosa che mi dispiace sono le affermazioni del maestro, non tanto perchè mi considera tarato mentale ed ottuso (forse non ha tutti i torti) , quanto per la parziale ricostruzione della vicenda.
Il comune di Besana ha patrocinato la personale del Maestro (e se ora rinuncia alla esposizione sono solo dispiaciuto) e gli ha chiesto di considerare una eventuale diversa collocazione della medesima statua.
Purtroppo il Maestro (o lo sponsor) non hanno mai voluto riconsiderare una diversa installazione (anche se telefonicamente lo stesso Maestro aveva manifestato la disponibilità a farlo), ed anzi ha deciso di non donare più la sua opera.
Tutte queste realizzazioni sono da esterno e in questo modo voglio coniugare l'estetica delle forme plastiche con il panorama dell'ambiente esterno. Le opere di grandi dimensioni respirano una relazione di reciprocità rispetto allo spazio nel quale sono immerse. Queste opere di acciaio, ottone lucidato a specchio e corten si intersecano tra di loro nella mia produzione che tende a creare una forma mai chiusa e isolata rispetto all'esterno, ma con esso vuole invece integrarsi e valorizzarne gli aspetti migliori. In queste righe ho cercato di spiegare la mia produzione artistica che si snoda attraverso molte tecniche e molti supporti diversi.
Questa citazione del Maestro Polli più di altro serve a porre l'attenzione sulla querelle.
Non era e non è mai stato un problema "di campagna elettorale" o altro come superficialmente è stato detto e scritto.
"Nessuna opera è un'isola" è un buono slogan per riassumere ciò che intendiamo per contestualismo in materia di arte, dimostrazioni pratiche del perché il contestualismo sia inevitabile se vogliamo davvero dare un senso a come le opere d'arte sono create, interpretate e valutate.
Sostiene la Dott.sa Irma Zerboni a proposito del maestro Polli ".......Uno dei problemi essenziali relativi alla concezione scultorea nel contemporaneo è quello riguardante alla sua stessa strutturazione formale. Lo sviluppo della realtà urbana sembra apparire una minaccia alla tradizionale posizione privilegiata della scultura, che rischia di scomparire, confondendosi tra l'infinita molteplicità di edifici e strutturazioni architettoniche. Come potrebbe assumere una sua dignità, e una sua validità l'opera scultorea da esterno? Come coniugare l'estetica delle forme plastiche con la vasta dimensione dello spazio ambientale? Come trovare una forma scultorea che sappia emergere ed armonizzarsi con un panorama tanto complesso quanto dispersivo?
Il dialogo scultura-ambiente è uno degli aspetti profondamente indagati nella ricerca di Paolo Polli, consentendogli di innescare quel particolare processo evolutivo di cui si è annunciato. Polli riesce così ad arricchire d'intensità espressiva, energetica ed estetica le forme scultoree, sottraendo anzichè aggiungere, rivelando la potenza dell'essenza.
La scultura non è pertanto percepita come una forma chiusa, isolata, inglobata in sè stessa, ma è la risultante di un interscambio attivo e dinamico con il vuoto dell'ambiente nel quale agisce. I piani e le linee che generano l'opera vengono pertanto a costituirsi secondo le forze energetiche sprigionate dalla perfetta fusione tra pieni e vuoti, tra spazio e materia, tra ambiente e scultura. Ad avvalorare questa percezione totale contribuiscono alcune basi circolari rotanti, sulle quali sono poste alcune creazioni, accentuando l'apertura verso una visione dinamica a 360 gradi della dimensione scultorea.
Il problema era ed è sempre stata una giusta (e condivisa) collocazione dell'opera d'arte.
"L'ubicazione al centro di una rotatoria ne consente la visione d'insieme precisa personalmente Paolo Polli e continua "Per il peso e le dimensioni che la caratterizzano non è possibile farla ruotare, sarà quindi l'osservatore a girarle intorno, godendo al massimo di uno scenario di linee e curve tese verso lo spazio.
Sono e rimango convinto che il centro di una rotatoria non sia l'unica posizione in grado di "garantire una visione di insieme dell'opera".
Il parco di villa Filippini, i moderni peristili di una villa neoclassica, una piazza, ecc. ritengo siano ubicazioni altrettanto soddisfacenti, questo indipendentemente dalla conoscenza personale di Castelli, Bossi e Maroni.
E' un peccato. Per Besana una grande occasione persa.