Rispetto e mi unisco al dolore per la vicenda di Samir, credo che decidere di lasciare la propria terra e i propri cari per affrontare un viaggio del genere sia una cosa terribile.
Un problema così grande non si risolvere però condividendo una catena di sant'Antonio strappalacrime su Facebook né, peggio ancora, alimentando l'illusione di poter accogliere all'infinito tutti i disperati del mondo.
L'unica cosa che so è che se nessuno avesse fatto partire Samir in barca, non sarebbe arrivato cadavere a Pozzallo.
A volte, più che un buonismo estremo, serve solo essere un po' pragmatici.
Alessandro Corbetta