lunedì 5 febbraio 2018

Ripristinare il decoro nei cimiteri è un atto dovuto

Domenica pomeriggio all’interno del cimitero di Vergo Zoccorino e probabilmente negli altri cimiteri di Besana, era presente un venditore abusivo di fiori come testimonia la foto.

Ho ricordato al venditore che non poteva vendere fiori in quel modo e gli ho chiesto “almeno” di mettersi fuori dal campo santo senza però ottenere risultati. Avrei dovuto chiamare i vigili ma la domenica non sono in servizio. Come se i vigili non fossero a conoscenza del fenomeno…

Quel ragazzo, come gli altri che vendono fiori abusivamente nei cimiteri comunali, ha sicuramente bisogno. La risposta a quel bisogno però non può essere lasciargli la possibilità di vendere fiori nei cimiteri, perché la compassione che suscita in noi è sfruttata da chi lo manda a vendere fiori in quel modo. La nostra solidarietà nei confronti del ragazzo viene indotta e utilizzata da chi gestisce questo tipo di sfruttamento.

Ma guardando alla solidarietà finiamo per non considerare l’aspetto che per la nostra comunità dovrebbe essere il più importante: il danno nei confronti di quei besanesi che lavorano e vivono di quel settore. Perché in ultima analisi chi rispetta orari, regole igieniche, luoghi di lavoro e paga le tasse viene penalizzato da chi non rispetta nemmeno le regole del buonsenso esercitando il commercio fin dentro al cimitero e rendendo un servizio del tutto abusivo che ha visto a Besana trasformarsi perfino in accettazione di ordini con successiva consegna.  

Infine non si può non considerare il disagio delle persone più anziane che si sentono meno sicure ad andare a trovare i propri cari per la presenza dei venditori dentro i cimiteri. Le nostre nonne hanno il diritto di andare al cimitero da sole.

Considerato tutto questo pare di buonsenso che chi di dovere dovrebbe allontanare i venditori abusivi e invece non succede perché non c’è la volontà di farlo. Perché ci si ferma al miope pietismo che non vede e non capisce il disagio per i commercianti, per quei nostri anziani che non si sentono sicuri, e non considera il racket organizzato dei venditori abusivi, di questi ragazzi che in realtà vengono sfruttati.

Allontanarli costa pazienza e fatica ma va fatto.

Va fatto perché aiutare il prossimo significa letteralmente aiutare chi ti è vicino, quindi i membri della nostra comunità e perché continuare in questo modo in realtà significa non aiutare nessuno se non chi sfrutta quei ragazzi.

 

Emanuele Pozzoli