venerdì 15 luglio 2016

Caro Sergio, per non versare nuove lacrime serve aprire gli occhi e agire

Dopo l'ennesimo attentato di ieri, da Cazzaniga arrivano le solite parole di circostanza, parole divenute ormai vuote e prive di qualsiasi significato. 

Anche in questa occasione la parola "islam" è stata omessa, come se non c'entrasse nulla con tutto questo orrore, come se questi terroristi non uccidessero la gente in nome di Allah con l'intento di sottometterci tutti.

Aprite gli occhi! Non si può da un lato favorire l'immigrazione di massa, piegarsi alle pretese dell'islam, nascondere e rinnegare la propria cultura e le proprie radici e dall'altro piangere per i morti causati dai fanatici di Allah. E' un controsenso incredibile.

Il cancro islamista ce l'abbiamo in casa anche noi, è solo questione di tempo prima che colpisca qui. Non bisogna essere dei geni per capire che quanto sta accadendo in Francia arriverà anche da noi, magari ci vorrà qualche anno ancora ma la strada è quella. Abbiamo un vantaggio però: siamo ancora (per poco) in tempo per porre dei freni al fanatismo islamico e alla deriva suicida della nostra società.

Caro Sergio, preghiere, lacrime e frasi di circostanza non servono più. Serve aprire gli occhi e agire con fermezza: per evitare di versare nuove lacrime, per il bene e il futuro della nostra società.


Alessandro Corbetta