giovedì 11 aprile 2019

La verità sulla Piscina - di Davide Cereda

Poche persone hanno avuto il tempo, ed ancora meno persone la voglia, di informarsi asetticamente della vicenda piscina. 

Finalmente è arrivato il momento di spiegare la mia verità. 
Sarò forse prolisso ma purtroppo vi tocca (se avrete voglia).

- Partiamo dal consiglio comunale della primavera 2004 (circa due mesi prima delle elezioni): la Lega si astiene dalla approvazione del progetto piscina con queste motivazioni: manca poco alle lezioni; non era giusto lasciare in eredità alla nuova amministrazione un progetto così complesso (Mauri era al secondo mandato); durata eccessivamente lunga della convenzione; costi di gestione elevati per un "piccolo comune come Besana"; bacino utenza piccolo (allora si parlava di sostenibilità economica con almeno 40/50.000 abitanti).

-Giugno 2004: trascurando i vari retroscena sulle varie candidature di opportunità e sulla nascita di una lista nata dal nulla e nel nulla finita, mi candido (perdendo qualcuno dirà per fortuna !) alla carica di sindaco. Il mio programma sulla piscina (che tutti i candidati volevano fare tranne la lista nata dal nulla appositamente) prevedeva la valutazione del progetto con la coscienza della non sostenibilità. Besana ha altre priorità!

- La mia opposizione ai primi famigerati 5 anni della prima (deleteria) amministrazione Cazzaniga: sul punto piscina la mia posizione (basta avere voglia di leggere i verbali del consiglio comunale) era ed è rimasta: la scelta sulla non prosecuzione era corretta, il metodo scelto era sbagliato (confermato in almeno 3/4 sentenze della giustizia amministrativa) ovvero: annullamento in luogo della revoca.
Non mi interessa dissertare sugli aspetti tecnico/legali (non sono in grado!).

In sostanza: bastava pagare il progetto del promotore (€.100.000 circa) anziché inventarsi presunte illegittimità che non c'erano (come confermato da 3/4 sentenze definitive della giustizia amministrativa) e prestare il fianco a ricorsi risarcitori per danni, come avvenuto nei fatti.
Questa è la pura e semplice verità.

Il centro commerciale, i costi di gestione, la durata, sono solo scuse accampate nei vari anni per giustificare l'ingiustificabile.
Bisognava e bisogna semplicemente avere il coraggio (che ancora oggi manca a distanza di 15 anni) di dire le vere ragioni della decisione, assumendosi la responsabilità della scelta e pagare il giusto ai promotori, come previsto dalla legge!
Il resto è grasso che cola. 

La politica besanese oggi è giustamente ancora a giudizio per queste vicende. Perché chi sbaglia deve pagare. E l'errore, ribadisco, non sta nella scelta finale ma nel percorso fatto per arrivare ad una scelta.
Bastava pagare il progetto! tutto sarebbe finito lì.

Ora il vittimismo lungo 15 anni non serve a nulla. I fautori di questa ignobile (dico io, e costata 400.000€ di danni) decisione, se responsabili, è giusto che paghino.
Ricordo, perché tutti se lo dimenticano, che sotto il profilo amministrativo (che giudica l'operato delle pubbliche amministrazioni) Besana è già stata condannata definitivamente.
Ci sono sentenze definitive.
il candidato Sergio Cazzaniga lo sa, ma non lo dice.
Non ci possono essere confusioni al riguardo!

Discorso diverso riguarda il procedimento contabile aperto ed in fase di decisione di primo grado.
Poi se qualcuno vorrà, potremmo anche, in una prossima puntata, raccontare delle candidature e dimissioni di quella amministrazione, di cosa prevedeva il piano del diritto allo studio delle scuole elementari e medie besanesi, del perché cittadini non residenti si opponevano con ricorsi al progetto piscina, ecc.
Ma questo è un altro film.
Alla prossima.

Davide Cereda